Prepararsi i vestiti per il giorno dopo, la sera prima di andare a dormire. Un’unica abitudine, apparentemente militaresca ma efficace, è quella che mi sono portata dietro da quando frequentavo le scuole elementari. Ma non sapevo avesse a che fare con quella che chiamano”decision fatigue“, per me era solo “la cosa da fare prima di andare a letto”. Quando si ha un bagno e si è in quattro a doversi preparare, ottimizzare i tempi si rende necessario. Strano rendersi conto con gli anni quanto le cose noiose che facevamo da piccoli si sono poi rivelate fondamentali da grandi, soprattutto quando lavoriamo in azienda, e dobbiamo ogni giorno incontrare colleghi, superiori e clienti.
- Come può esserci utile e quanto tempo si può risparmiare, scegliersi determinati capi d’abbigliamento da indossare durante la settimana?
- Dove va a finire la spontaneità del “mi vesto in base all’umore”?
- E la femminilità?
Decidere è fatica, lo studio
Tutto parte da questo concetto: prendere delle decisioni costa fatica. Limitare le scelte ci aiuta e riduce lo stress.
Shai Danziger e Liora Avnaim-Pesso della Ben Gurion University e Johnathan Levav della Columbia University hanno studiato i vari fattori che influenzano la probabilità per i prigionieri israeliani di essere liberati, dopo un’udienza. Qui trovi, in inglese, l’estratto della ricerca.
Dopo aver analizzato oltre 1.100 decisioni nel corso di un anno, i ricercatori hanno scoperto che quando era il momento di decidere se ad un prigioniero potesse essere concessa la libertà condizionale, non influiva sull’esito ne il crimine commesso, ne la durata della pena o l’origine etnica del criminale, ma il momento della giornata in cui il prigioniero si trovava di fronte al giudice. I prigionieri apparsi nella parte finale della giornata avevano meno probabilità di essere rilasciati in libertà rispetto a quelli che apparivano al mattino.
I giudici non stavano trattando ingiustamente i prigionieri di proposito, ma stavano vivendo l’affaticamento decisionale. Il lavoro mentale richiesto per decidere caso per caso tutto il giorno stancava ogni giudice, indebolendo la sua capacità di prendere una buona decisione. Ingiusto? Direi proprio di si.
Come finì? Piuttosto che tormentarsi per le decisioni, i giudici in genere alleggerivano la loro tensione mentale resistendo al cambiamento e mantenendo i detenuti rinchiusi.
Da Jobs a Zuckerberg, vestiti uguali
Cosa c’entra tutto questo con l’abbigliamento, e le decisioni di imprenditori e persone di successo?
C’è una ragione scientifica per cui le persone di successo vestono sempre uguali. Come viene riportato in questo articolo, ” Zuckerberg ha spesso raccontato di avere l’esigenza di ridurre al minimo le decisioni su questioni frivole e marginali, come l’abbigliamento, per concentrare le proprie energie sulle esigenze della community di utenti di Facebook “.
E le donne? Fino a poco tempo avevo letto e visto solo di uomini di successo praticare questo uso del vestirsi sempre uguali. Invece sembrerebbe che anche diverse donne si sono avvicinate a questa pratica, ma sono ancora poche.
Esempi di donne: poche adottano la decision fatigue
Matilda Kahl è uno dei pochi esempi che ho trovato, lei è una art director, di New York, apparentemente dovrebbe essere abbastanza “modaiola”. Suscitò curiosità perché per tre anni indossò sempre le stesse cose: una camicia di seta bianca e un paio di pantaloni neri, perché così risparmiava molto tempo e non stava ore davanti l’armadio.
Non mi fidavo così sono andata a curiosare su Instagram e sotto l’hasthtag #matildakahl, ho trovato diverse foto di sue “seguaci”, e dal suo profilo IG @lilltrill, questa foto, che da idea che ci sia un incredibile voglia di minimalismo.

Come mai poche donne hanno adottato la tecnica di ridurre al minimo le decisioni, nello scegliere i vestiti? Non so dare una risposta, credo perché come donne abbiamo la necessità di volerci vestire sempre in modo diverso, con colori pastello o scuri a seconda del nostro umore, sfoggiare l’abbinamento borsa-scarpe, insomma essere donne.
Molto dipende dal tipo di lavoro che si svolge e il luogo di lavoro. E non è per tutte, o meglio c’è ancora distinzione fra uomini e donne, perché se lo fa il CEO di Facebook va bene, se è una donna a vestirsi sempre uguale cosa può suscitare?
- Potrebbe essere visto come una pecca in termine di stile?
- Potrebbero pensare che sono gli stessi abiti tutti i giorni?
- Non si ha personalità?
Adotta il sistema solo se ti senti a tuo agio
Questo è l’unico consiglio che mi sento di dare. Se non sei in un corpo militare, se non lavori da Zara, insomma se non devi indossare una divisa per lavoro, ogni mattina avrai decine di capi che dall’armadio vorranno uscire con te. Se questa attività di porta via preziosi minuti e ti rende nervosa, ma non vuoi rinunciare alla giusta dose di stile, prova a:
- preparare cosa indossare la sera prima risparmiando tempo, magari creando una piccola routine (ormai sono schiava delle routine) mettendo una canzone come sottofondo, così sai che hai al massimo 4 minuti per farlo;
- oppure scegli due o tre outfit che alterni durante la settimana in modo da avere già in mente cosa mettere. Ovviamente questo consiglio non vale se sei una fashion stylist!
Qui ho parlato dell’abbigliamento, ma il tema della decision fatigue si estende a diversi campi, e li approfondirò in seguito. Se non vuoi perderli rimani in contatto con me, seguendomi sulla mia pagina Fb cosi ti aggiorno sull’uscita del post. E tu, come ti vesti?